Thierry Breton, ex commissario europeo per il mercato interno e i servizi, ha fornito indicazioni strategiche e operative su come l’Unione Europea intende approcciare il digitale, valide sia per il metaverso che per l’Intelligenza Artificiale, a partire dal rapporto pubblico-privato e dall’esigenza di standard aperti: “I metaversi privati dovrebbero svilupparsi sulla base di standard interoperabili e nessun singolo attore privato dovrebbe detenere la chiave della piazza pubblica o stabilirne i termini e le condizioni”.

Non vengono fornite indicazioni più specifiche su quali standard verranno sostenuti dall’Unione Europea, anche perché l’ambito tecnologico è ancora prematuro e in rapida evoluzione. D’altra parte va ricordato che Il World Wide Web e l’Html sono nati in Europa, e che rispondono perfettamente alla visione che privilegia tecnologie aperte e standard.

L’Unione Europea, che è già intervenuta in passato nel digitale con diverse iniziative regolatorie su aspetti rilevanti come la privacy, il copyright, la concorrenza, pare determinata ad agire in tempi brevi anche nei confronti delle nuove tendenze tecnologiche, come il metaverso: “Questo nuovo ambiente virtuale deve incorporare i valori europei fin dall’inizio. Le persone devono sentirsi sicure nei mondi virtuali come in quello reale”. La sicurezza degli utenti del web riguarderà molti aspetti, dalla tutela dei dati personali alla protezione dei risparmiatori dalle truffe degli NFT e dalle speculazioni.

Breton non intende ripetere l’errore di lasciare a monopoli privati il controllo del Metaverso e dell’AI, come è avvenuto invece nel web 2.0 (Social Media, Motori di ricerca, App Store, Sistemi Operativi…). La dichiarazione “Non assisteremo a un nuovo Far West o a nuovi monopoli privati”, lascia intendere una volontà di intervento preventivo.

Sempre parlando del metaverso, si sottolinea, di conseguenza, l’esigenza di favorire la nascita non di una sola tecnologia, ma di una pluralità di piattaforme: “Si stanno sviluppando non uno ma molti metaversi, poiché una nuova generazione di piattaforme digitali offre alle persone la possibilità di interagire in modi completamente innovativi. Non solo per scopi di intrattenimento, ma anche per lavorare insieme, sviluppare la creatività artistica, fare simulazioni di vita reale finalizzate a interventi medici, alla conservazione culturale, alla protezione dell’ambiente o alla prevenzione di disastri e molto altro ancora”.

Questa visione prende le distanze dall’approccio dominante negli USA, e segue piuttosto un approccio pragmatico, che sottolinea le applicazioni in molti ambiti settoriali.

La dimensione pubblica secondo Breton deve essere prevalente, rispetto agli ambiti privati.

Ancora una volta, queste indicazioni evocano un recupero della dimensione aperta e pubblica di Internet, con l’estensione immersiva delle funzionalità interattive e transattive esistenti.

Breton illustra una strategia che va in una precisa direzione, ossia diretta verso l’ambito della creatività e dell’innovazione.

“Analogamente al Bauhaus europeo, lanceremo un movimento creativo e interdisciplinare, con l’obiettivo di sviluppare standard, aumentare l’interoperabilità, massimizzare l’impatto con l’aiuto di esperti informatici, esperti di regolamentazione, organizzazioni di cittadini e giovani.”

Il riferimento al Bauhaus evoca anche l’esigenza formativa: occorre formare alle nuove professioni. Una sfida, questa, che è rivolta alle Università, agli enti di ricerca e formazione, chiamati a creare un movimento alimentato anche dal tessuto sociale.

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