Introduzione
Come evolverà l’intelligenza umana con l’avvento dell’Intelligenza Artificiale?
La visione dell’Homo Extensus vuole dare una risposta a questo interrogativo da una prospettiva originale, diversa rispetto a quella di chi produce e promuove le tecnologie dell’AI, ma anche alternativa alle teorie emergenti che prevedono scenari apocalittici.
L’idea di fondo è che l’uomo potrà e saprà reagire a questa potente tecnologia cognitiva sviluppando quella che definiamo “intelligenza estesa”, cioè l’intelligenza umana potenziata dall’interazione con quella artificiale, grazie all’introduzione di nuove metodologie educative, a ricerche scientifiche, a creazioni artistiche e all’applicazione di soluzioni tecnologiche adeguate in tutti i settori della conoscenza e delle attività pratiche e professionali.
Homo Extensus non è quindi una visione astratta, ma intende essere un laboratorio interdisciplinare e condiviso, che mira a sviluppare idee innovative, finalizzate al potenziamento delle facoltà intellettuali umane, in una prospettiva umanistica che prevede il controllo critico e la valorizzazione dell’AI.
Le forme dell'Homo Extensus
Alcuni tratti della nuova intelligenza dell’Homo Extensus si possono già intuire vagamente, analizzando le prime esperienze emergenti dall’interazione dell’uomo con le applicazioni oggi disponibili dell’Intelligenza Artificiale: l’AI generativa, ad esempio, sta rendendo possibile una nuova forma di creatività multimodale, che consente cioè ad un singolo creativo di generare immagini, musica, video pur non avendo acquisito specifiche capacità tecniche. Un solo individuo potrà presto creare un kolossal di Hollywood, uno spot televisivo, un videogame, svolgendo il ruolo delle decine di specialisti oggi impegnati in queste produzioni.
Il ragionamento e la progettualità, facoltà tipiche della mente umana, possono essere notevolmente potenziati dal dialogo interattivo con modelli conversazionali evoluti, che permettono di raffinare progressivamente le idee, documentare e argomentare nuove intuizioni.
L’AI ci può aiutare a prendere decisioni in ambito politico, aziendale o medico, offrendoci il confronto in simposi o consigli artificiali, nei quali l’uomo può incontrare filosofi e pensatori del passato o i migliori esperti del mondo attuale, le cui idee e opinioni vengono ricostruite e mediate proprio dall’Intelligenza Artificiale.
Le facoltà probabilistiche dell’AI possono offrire all’Homo Extensus nuove capacità predittive, molto importanti per affrontare le sfide del futuro. Potremo sviluppare facilmente simulazioni di scenari economici o sociali che ci aiutino a capire meglio come evitare gli effetti negativi delle nostre azioni, per ottenere invece risultati positivi.
Grazie alle nuove funzionalità operative e organizzative dell’Intelligenza Artificiale, un singolo uomo potrà inventare nuove startup in diversi settori, oppure ancora sarà in grado di adempiere alle mansioni che oggi possono essere assunte e portate a termine solo da una grande azienda.
Le incredibili potenzialità dell’Intelligenza Artificiale mettono a disposizione anche degli artisti la possibilità di sviluppare una “Ars Extensa”, attingendo all’intero immaginario dell’umanità e creando opere fino ad oggi inconcepibili.
L’arte contemporanea può ambire anche a svolgere un inedito compito intellettuale: rappresentare l’Intelligenza Artificiale stessa, attraverso nuove forme di visualizzazione del “mondo delle idee” universale che sta emergendo dai modelli AI, che traducono e confrontano le parole e le immagini pensate e utilizzate dall’umanità.
L’Homo Extensus è poi un modello fondamentale nell’educazione, che deve puntare a estendere l’intelligenza umana e non certo quella artificiale: in ambito formativo, è basilare per la comunità educativa saper utilizzare opportune metodologie e piattaforme tecnologiche, studiate per riconoscere ed evitare i rischi del digitale e dell’AI, valorizzandone al contempo le risorse.
I progressi dell’AI fanno sì che si possano “estendere” anche i sensi, grazie a dispositivi, rilevatori e processi di elaborazione, fornendo preziosi supporti alle persone con deficit sensoriali e cognitivi; ciò costituirà un filone di sviluppo dell’AI di grande portata sociale.
Si auspica qui che l’idea dell’Intelligenza Estesa possa orientare la corretta progettazione delle soluzioni di Intelligenza Artificiale, che dovrebbero essere mirate al servizio e non alla sostituzione dell’uomo oltre che dirette sia ridurre i rischi insiti nell’utilizzo delle nuove tecnologie che ad accrescerne le opportunità.
La visione dell’Homo Extensus non va quindi assunta come una trattazione accademica di argomento scientifico già consolidato in forma precisa, ma come oggetto di ricerca filosofica, come spinta alla progettazione teorica, tecnologica e artistica di una nuova dimensione intellettuale.
Homo Extensus non si esaurisce e risolve tra le righe di un trattato teorico, ma avvia un laboratorio di Innovation Design, aperto a contributi interdisciplinari e impegnato nella creazione di nuove forme di cultura, arte, didattica, tecnologia applicata.
Rischi e opportunità
In più passaggi si evidenzia che questa fase di trasformazione storica non è esente da rischi e vengono infatti descritte alcune delle rilevanti problematiche correlate all’avvento dell’AI: tra queste, il rischio di atrofia mentale, vale a dire la riduzione delle capacità intellettive derivante dall’uso sempre meno intenso del cervello.
Nel libro vengono altresì evidenziate le turbe psicologiche legate all’identità ingannevole di una macchina che si spaccia per uomo, realizzando in tal modo quello che Alan Turing aveva definito “Imitation Game” e che può provocare serie conseguenze soprattutto nei bambini e nelle persone fragili.
Social, Web e AI possono degenerare in “armi di distrazione di massa”, con un impatto negativo sull’apprendimento e sull’acquisizione di competenze da parte delle nuove generazioni.
Nel campo del lavoro, poi, vi si sottolinea che siamo di fronte a una nuova rivoluzione industriale la quale, come già accaduto per le precedenti, avrà un forte impatto sulle aziende e sull’occupazione: la velocità con cui l’intelligenza artificiale e la robotica trasformeranno la società mette a rischio molte attività professionali, che devono rapidamente evolversi e potenziarsi.
Occorrerà immaginare, creare e organizzare nuovi mestieri, sulla spinta delle profonde rivoluzioni in atto. È questo uno dei fronti più impegnativi, un ambito che andrà sostenuto sviluppando e applicando soluzioni formative in tutti i campi, veri e propri laboratori delle professioni del futuro supportate dalle funzionalità dell’intelligenza artificiale.
Un altro tema che viene messo a nudo è quello di fake news, bias squilibrati e algoritmi diffusi nei social media, che già oggi mettono a rischio la democrazia e l’armonia sociale. Come non bastasse, esistono anche rischi derivanti dagli errori dell’AI, non solo nella forma delle allucinazioni quotidiane di ChatGPT e degli altri chatbot, ma soprattutto nei potenziali malfunzionamenti di sistemi complessi che gestiscono infrastrutture tecnologiche vitali o – ancora peggio – apparati militari.
E se, come è risaputo, qualsiasi strumento messo nelle mani di un criminale o di un dittatore può avere effetti devastanti in proporzione alla potenza dello strumento stesso, questo vale anche per le enormi potenzialità dell’AI, sia positive che negative.
Nell’AI-book vengono anche affrontate e descritte le visioni distopiche e fantascientifiche della Singolarità tecnologica, che prevede la supremazia dell’AI sulla specie umana, e del Transumanesimo, dottrina che prefigura la mutazione dell’Homo Sapiens in forme bioniche immortali, con innesti di chip e trapianti di cervello.
Il concetto di Homo Extensus prende le distanze da queste teorie tecno-centriche emergenti ed esprime l’esigenza di una visione antropocentrica dell’Intelligenza Artificiale, in linea con i diritti dell’uomo, valori fondativi della cultura umanistica europea. A tal proposito e a sostegno di questa visione vengono citati filosofi, antropologi, massmediologi, informatici, artisti, pedagogisti antichi e moderni.
Per meglio mettere a fuoco e capire l’attuale sfida etica e politica, si fa altresì riferimento a documenti di cruciale importanza come l’AI Act, che esprime le linee guida dell’Unione Europea relativamente all’uso dell’AI e la nota vaticana “Antiqua et Nova” sull’Intelligenza Artificiale.
Un intero capitolo è dedicato alle macro tendenze dei vari modelli di AI, che stanno evolvendo rapidamente, dal chatbot conversazionale agli agenti operativi, a quelli capaci di innovare e di organizzare attività complesse.
Tra i trend socioeconomici si evidenziano i potenziali effetti sul lavoro, gli impatti sui media, sull’economia e la finanza, ma anche quelli sui sistemi di governo, con differenze importanti tra le democrazie e le autocrazie.
La visione dell’Homo Extensus si traduce in alcuni principi, applicabili al rapporto tra umanità e tecnologia.
Per l’uomo sta diventando necessario posizionarsi al di sopra dell’Intelligenza Artificiale – “Above AI” – adottando metodologie, norme e strumenti che gli consentano di realizzare un controllo critico della tecnologia.
Sempre nell’ottica di considerare le diverse AI uno strumento in possesso e sotto il controllo dell’uomo, e non certo il contrario, si propone di adottare la forma plurale “Intelligenze Artificiali”, per demitizzare l’idea di una sola AI universale e tradurla invece in una gamma di tecnologie e applicazioni concrete e distinte, al servizio delle esigenze dei diversi settori accademici, istituzionali, educativi ed economici.
La strategia tecnologica e la politica industriale degli amministratori e dei decisori deve tenere conto della possibilità che l’AI diventi rapidamente una “commodity” – cioè una merce disponibile a basso costo – con ampia possibilità di scelta tra diversi modelli, e si trasformi quindi in una materia prima plasmabile per una nuova generazione di applicazioni.
L'interazione storica tra intelligenza e tecnologia
Homo Extensus propone inoltre una serie di analisi storiche dalle quali mutua una visione positiva del futuro dell’intelligenza umana.
Grazie a un excursus sulla storia dell’uomo e delle tecnologie al suo servizio, si viene a dimostrare come in passato l’uomo ha già saputo evolvere ed estendere le proprie capacità mentali grazie all’interazione con le tecnologie, quelle cognitive in particolare, da lui stesso inventate: è successo con l’alfabeto, poi con la stampa, con gli strumenti di osservazione scientifica, la fotografia e i media, Internet…
È alla luce degli importanti salti evolutivi della civiltà umana, innescati dall’avvento di altrettante tecnologie con un profondo impatto sulla conoscenza, che va individuato e compreso il ruolo dell’Intelligenza Artificiale nell’accompagnare un nuovo significativo passaggio evolutivo per l’intelligenza dell’uomo.
Tra gli altri, nel libro è riportato questo esempio: nell’800 a Parigi il fotografo Nadar presenta ad alcuni artisti una recente invenzione, la macchina fotografica. In un attimo, con questo strumento stupefacente, diventa possibile creare immagini più realistiche di quanto siano quelle dipinte in intere giornate di paziente lavoro da ritrattisti e paesaggisti. Come anche oggi sta avvenendo con l’Intelligenza Artificiale, ecco che le competenze consolidate dell’uomo vengono ampiamente superate da una macchina. Ma la reazione mentale degli artisti ottocenteschi è sorprendente: nasce l’Impressionismo, che sarà poi seguito dall’Espressionismo, e poi dal Futurismo, dall’Astrattismo e in generale dalle avanguardie d’arte contemporanea. In sostanza nasce una nuova “forma mentis” dell’artista, un’intelligenza artistica più complessa e sofisticata.
E, come nelle epoche precedenti, Tiziano o Rembrandt non avrebbero mai potuto immaginare l’arte di Kandinsky o di Mondrian, così per noi è molto difficile immaginare le future forme dell’Intelligenza Estesa. Siamo – come dicevano i Futuristi – i primitivi di una nuova era.
Nel corso dei millenni i salti evolutivi intellettuali prodotti dall’interazione dell’uomo con tecnologie cognitive sono stati ancora più profondi e importanti: emblematico è quello causato nell’era antica dall’interazione con la tecnica dell’alfabeto, che ha portato alla spiritualità monoteista presso gli Ebrei e alla filosofia presso i Greci.
Probabilmente oggi, dopo tremila anni, si sta avviando con l’avvento dell’AI una nuova rivoluzione cognitiva paragonabile per impatto a quella dell’alfabeto fonetico.
Per far fronte a questo sovvertimento, è richiesta nuovamente una mutazione intellettuale, abbozzata nella visione antropologica dell’Homo Extensus, l’uomo che estende le sue potenzialità grazie all’AI.
Una figura ancora tutta da immaginare e da costruire.
Homo extensus - Il progetto, il manifesto
Homo Extensus non è solo un AI-book, ma anche un manifesto, rivolto e aperto a tutte le persone che guardano con attenzione e giustificata preoccupazione agli attuali sviluppi dell’AI, alimentati da visioni tecno-centriche e tecnocratiche, e ne auspicano uno sviluppo a favore dell’uomo.
Siamo all’inizio di una profonda trasformazione, che richiede un impegno collettivo di riflessione, analisi critica, capacità progettuale, competenza tecnologica, visione strategica, creatività inventiva.
L’esito di questa sfida non è scontato: quel che è certo è che dipende da noi, da come l’attuale generazione, e in particolare la comunità educativa, saprà affrontare e gestire una rivoluzione tecno-cognitiva di così grande portata, e intraprendere il percorso verso un’umanità migliore.
Il progetto poliedrico Homo Extensus nasce dalle competenze interdisciplinari e dalle esperienze internazionali maturate dai due autori, Gualtiero e Roberto Carraro.
Lo studio di Innovation Design degli autori, Carraro LAB, è già impegnato nella progettazione e realizzazione di soluzioni a favore dell’ intelligenza umana estesa.
AI Book - Indicazioni per il lettore

L’immagine è rilasciata sotto licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0). Opera di Gualtiero e Roberto Carraro – Homo Extensus. Riportare citazione degli autori e link alla pagina originale.
Il libro Homo Extensus viene pubblicato in una forma innovativa, l’AI-book. Questo format vuole sperimentare nuove modalità di lettura interattiva, come la creazione di un indice adattato ai profili dei lettori.
Grazie a funzioni conversazionali, diventa inoltre possibile parlare col libro, in forma testuale o vocale, per ottenere una fruizione personalizzata.
In coerenza con il principio dell’Homo Extensus, l’AI-book non è un libro scritto dall’AI, ma un testo redatto da autori umani, che utilizza funzionalità di Intelligenza Artificiale per potenziare l’esperienza del lettore.
Alla pubblicazione dell’AI-Book Homo Extensus seguiranno vari manifesti, pensati per stimolare la nascita di avanguardie creative, e per promuovere la diffusione di una sensibilità culturale che ponga al centro la sfida entusiasmante di contribuire a un salto evolutivo dell’intelligenza umana.
Dopo queste note introduttive e prima di avviare la lettura dell’AI-book Homo Extensus, il lettore può scegliere se seguire il sommario lineare classico, gli indici adattivi per aree di interesse, oppure Dialogos, la forma di conversazione testuale e vocale con i contenuti del saggio.
L’immagine di copertina è l’opera “Homo Pictomaticus” di G. e R. Carraro, esposta alla Biennale di Venezia e a Kassel