Le tecnologie stanno da tempo promuovendo e modificando l’esperienza di visita nei musei, anche creando nuovi attrattori digitali. Se la rete e i social media sono già diventati il principale canale di accesso informativo al patrimonio culturale, l’avvento dell’intelligenza artificiale, connotata come tecnologia cognitiva, potrebbe avere ripercussioni ancora più profonde.

Il riconoscimento dei testi e delle immagini, che è ormai una realtà, è già un prezioso supporto alla catalogazione dei documenti storici: questo dimostra che l’intelligenza artificiale generativa può avere un ruolo chiave nella rigenerazione dei beni culturali, anche grazie alla possibilità di elaborare nuove forme di accesso alla cultura.

Il museo, esistente già in età classica, trae la sua forma attuale dalle wunderkammer, le camere delle meraviglie dell’età moderna, consistenti in collezioni d’arte e oggetti rari, custodite nei palazzi nobiliari e utilizzate come esibizione del potere. I musei attuali, da oltre due secoli sono aperti al pubblico con l’obiettivo di raccogliere e conservare reperti e opere d’arte e insieme di presentarli per diffondere nella società cultura, senso estetico e conoscenza.

Può essere utile, in questo contesto, ricordare la definizione di museo elaborata dall’associazione mondiale ICOM a Praga nel 2022: “Il museo è un’istituzione permanente senza scopo di lucro e al servizio della società, che compie ricerche, colleziona, conserva, interpreta ed espone il patrimonio culturale, materiale e immateriale. Aperti al pubblico, accessibili e inclusivi, i musei promuovono la diversità e la sostenibilità. Operano e comunicano in modo etico e professionale e con la partecipazione delle comunità, offrendo esperienze diversificate per l’educazione, il piacere, la riflessione e la condivisione di conoscenze.”

Grazie alle tecnologie digitali, queste istituzioni, con le loro caratteristiche e i loro obiettivi ben precisati nella definizione riportata, sono oggi destinati a vivere una discontinuità rispetto al passato, sia nel rapporto con i visitatori, sia con coloro che a diverso titolo ne organizzano i contenuti dando forma alla loro esistenza.

Molti musei oggi chiamano il pubblico a interagire, sono pervasivi e immersivi; le tecnologie webXR e l’intelligenza artificiale consentono di dare forma a un museo “phygital”, cioè esteso nel mondo digitale e nel territorio e a un museo conversazionale, cioè in grado di dialogare con target diversi, quindi più inclusivo e accessibile.

I musei e gli organizzatori di mostre contano migliaia di operatori, pubblici e privati, che hanno compiti e, di conseguenza, esigenze molto differenti, come conservazione e documentazione del patrimonio artistico, ricerca scientifica, innovazione, attivazione di relazioni col territorio, internazionalizzazione, distintività, creazione di itinerari e attrazioni temporanee, gestione dei flussi turistici, fidelizzazione del pubblico e creazione di community, ricerca di nuovi target. L’intelligenza artificiale può avere un ruolo chiave nel supportare tutte queste attività.