Nel descrivere l’essenza del processo di generazione di immagini mediante l’intelligenza artificiale, non ci soffermeremo sui tecnicismi, peraltro in continua evoluzione, ma sulle caratteristiche rivoluzionarie della AI image generation in rapporto agli altri processi di generazione delle immagini sviluppate in millenni di storia dell’umanità. Il nuovo processo ha infatti delle proprietà peculiari, che lo propongono come rivoluzionario sia nel rapporto con l’autore, che nella natura dell’opera generata, che nel suo posizionamento nella società. Analizziamo le caratteristiche principali di questa tecnologia innovativa:

1-             Correlazione testo-immagine.

L’immagine ha una forte correlazione con un testo, sia nella fase di addestramento del modello, mediante l’associazione di etichette testuali (TAG) alle immagini, sia nell’attività dell’utente, che la genera principalmente attraverso testi detti prompt.

2-             Smisurata disponibilità di immagini da un archivio universale

L’autore di immagini ha come tavolozza l’immaginario globale, digitalizzato, etichettato, e usato per addestrare il modello, per cui chi crea immagini con l’intelligenza artificiale appare un odierno demiurgo in grado di manipolare un universo iconografico senza confini, che contiene immagini create da innumerevoli autori. Per quanto riguarda i video, poi, sono messi a disposizione anche gli enormi archivi del cinema, della televisione e dei video digitali prodotti negli ultimi decenni.

3-             Accessibilità del processo produttivo

Al contrario di quanto è accaduto per le civiltà precedenti in cui i creatori di immagini, gli artisti, erano una parte minima della popolazione, istruita in scuole professionali, ora tutti possono creare facilmente immagini complesse senza limiti. Questa estrema accessibilità alla produzione di immagini è stata in realtà sperimentata recentemente, grazie alla facilità con cui negli ultimi decenni chiunque possieda uno smartphone può produrre in proprio contenuti visivi, scattando fotografie e “girando” video da diffondere mediante i social network, attività che hanno dato forma alla nuova professione del “creator”. Ma, pur riallacciandosi alla tendenza UGC (contenuti generati dagli utenti) l’AI image generation apre in realtà scenari molto più rivoluzionari nella storia delle discipline creative.

4-             Carattere concettuale dell’attività creativa

A differenza della produzione di massa di fotografie e video, che è incentrata su riprese di luoghi, situazioni, personaggi reali, la AI image generation non riproduce direttamente il mondo visibile, ma genera contenuti sintetici partendo da un’idea. Come l’arte astratta, “rende visibile l’invisibile”, cioè il pensiero dell’autore. E non lo fa fotografando o disegnando, ma partendo da una pura descrizione testuale . Le immagini prendono forme direttamente dalle parole. Quindi l’autore di un libro potrebbe generare le illustrazioni semplicemente descrivendole con un prompt. Questa nuova possibilità di generazione di immagini introduce quindi nel comparto delle arti visive autori che, anche incapaci di disegnare, possono usare la loro immaginazione, tradurle in parole, e poi in immagini. Lo scrittore diventa potenzialmente il più autorevole illustratore delle sue opere.

5-             Priorità dell’automazione nel processo produttivo

Nella nostra cultura l’atto artistico è profondamente personale, legato ad azioni corporee di un artista, che si consolidano in uno stile individuale ben riconoscibile nel prodotto finito. Al contrario, nella generazione di immagini tramite AI la maggior parte del processo funziona in modo automatico, gestito da algoritmi che apparentemente non consentono che l’autore lo possa controllare o condurre a suo piacimento. Lo sforzo dell’autore, di primo acchito, è minimo, l’apporto corporeo anche nullo, e il risultato appare impersonale, indistinguibile da analoghi risultati creati da altri autori. Questa caratteristica porrebbe l’AI image generation fuori dal dominio dell’arte. Per questo è necessario che si consolidi una nuova forma di autorialità in grado di superare l’omologazione imposta dall’automazione del processo produttivo. Serve uno sforzo per innalzare l’autore sopra l’automatismo, per arrivare a risultati distintivi, originali e riconducibili al concetto di opera d’arte.

6-             Natura irreale del risultato visivo

Come dimostrano i grandi casi di successo della AI image generation, riconducibili al fenomeno deepfake, l’immagine che produce è ontologicamente irreale. Confrontate alle fotografie, che per loro natura rappresentano mondi reali con persone reali, le immagini generate dall’AI raffigurano mondi irreali e persone irreali. Questa natura che afferisce all’irreale e che ben si distingue nei grandi archivi iconografici che ormai abbinano immagini reali con immagini artificiali, può creare confusione e per ciò stesso depotenziare questa nuova metodologia creativa. Ma questo depotenziamento è effettivo solo nei comparti dove si richiedono immagini “reali”, come la documentazione della cronaca, la fotografia scientifica, i cataloghi di prodotto… In altri comparti, come la fiction cinematografica o l’arte, il concetto di irrealtà perde significato, e l’uso dell’AI generativa di immagini apre semplicemente nuovi scenari all’immaginazione.