L’avvento delle piattaforme di intelligenza artificiale generativa sta rivoluzionando le arti visive, introducendo nuovi attori nel settore, in particolare autori con cultura visiva, ma non necessariamente dotati di abilità manuali. Da vari decenni l’arte contemporanea si è focalizzata sull’atto concettuale, sull’idea più che sulla esecuzione materiale. Partendo dalle provocazioni di Marcel Duchamp, l’arte concettuale è diventata dagli anni Sessanta in poi una direttrice fondamentale dell’arte contemporanea, della quale costituisce forse uno degli aspetti più caratterizzanti. Gli artisti contemporanei hanno spesso perduto le competenze esecutive , e in molti casi si limitano a concepire le opere, per poi farle eseguire ad altri professionisti. In un certo modo, la perdita del rapporto tra atto creativo ed esecuzione personale dell’opera è già teoricamente superato.
Rimane aperta una riflessione critica sull’impatto dell’AI sulla creatività, l’autorialità e il valore stesso dell’opera. La presenza dell’AI generativa come strumento di produttività individuale è un elemento di drammatica discontinuità, che mette in discussione il ruolo dell’uomo stesso nella società e nei processi culturali e creativi. L’arte non può esimersi dal dedicare a questo fenomeno epocale le sue straordinarie capacità concettuali, che riescono a denudare la realtà e svelarne aspetti reconditi. Per riconquistare all’artista e all’autore il ruolo guida che gli spetta, è necessario un profondo percorso di studio e di ricerca.