L’intelligenza artificiale offre molteplici opportunità per trasformare la professione del giornalista, mediante una serie di funzionalità innovative.
In generale, l’AI non è determinante per la generazione di contenuti in quanto tale, la cui stesura finale è sempre compito del giornalista. L’intelligenza artificiale può invece fornire una serie di servizi per semplificare onerose attività di ricerca, analisi e sintesi, e aprire nuove opportunità impraticabili finora.
La generazione automatica di contenuti può abbozzare articoli di base, come rapporti di giornate sportive, aggiornamenti finanziari e notizie meteo, analizzando grandi quantità di informazioni disponibili e presentandole in formato leggibile. Resta fondamentale che per ogni informazione sia chiara la fonte. La stesura dell’articolo viene così facilitata, ma la mano del giornalista è sempre determinante per dare ad esso personalità.
Soluzioni di Fact-Checking Automatico possono aiutare a verificare in tempo reale l’accuratezza delle dichiarazioni fatte da politici o altre fonti, confrontandole con database preesistenti. Analoghe soluzioni possono identificare contenuti fake o deep fake generati dall’intelligenza artificiale. Questi strumenti sono fondamentali per rafforzare il ruolo del giornalista come demistificatore, sia del mondo reale, sia del mondo artificiale, in uno scenario in cui discriminare il vero e il falso diventerà sempre più impegnativo e importante.
L’AI può contribuire all’analisi dei dati e loro visualizzazione: è in grado di analizzare grandi quantità di dati per identificare tendenze o fenomeni nascosti e tradurle in grafici o visualizzazioni accattivanti. In questo senso l’intelligenza artificiale non viene applicata per creare informazioni, ma sintetizzarle e visualizzarle.
Le piattaforme di gestione delle news possono utilizzare l’AI per personalizzare articoli e video in base agli interessi e al comportamento degli utenti. Ad esempio è possibile declinare lo stesso contenuto per anziani o per bambini, modificando il linguaggio, oppure eliminare elementi offensivi per appartenenti ad una religione o ad una cultura. L’AI può fornire suggerimenti di stile, aiutare con titoli accattivanti o espressioni particolari nella narrazione di un articolo.
Gli strumenti di traduzione basati su AI permettono di rendere i contenuti accessibili in diverse lingue, aumentando il pubblico globale. Questi strumenti aprono al giornalista mercati internazionali, soprattutto se supportati da strumenti di personalizzazione in grado non solo di tradurre, ma anche di localizzare il contenuto per un paese specifico.
L’AI può analizzare i social media per individuare argomenti di tendenza e comportamenti del pubblico, aiutando i giornalisti a scoprire storie emergenti. L’universo social è una miniera di informazioni, ma la gran parte sono di scarsa qualità e pertinenza. Un agente addestrato dal giornalista può assisterlo e navigare per lui nei social network, per estrarre le informazioni di suo interesse.
I chatbot alimentati da AI possono rispondere a domande del pubblico, fornire aggiornamenti su storie in corso o guidare gli utenti verso articoli rilevanti. Il chatbot non sostituisce il giornalista, ma si propone come front end conversazionale verso il pubblico. Non deve però rispondere al suo posto, può invece indirizzare le domande verso contenuti originali preesistenti nel database del redattore.
Si stanno rapidamente diffondendo soluzioni di editing e produzione video. L’AI può automatizzare la produzione e il montaggio video, selezionando i momenti salienti e aggiungendo sottotitoli o effetti visivi. Ovviamente occorre ben distinguere le riprese originali dalle sequenze generate dall’AI, cioè i documenti originali e le scene sintetiche. La documentazione di un fatto deve sempre privilegiare le riprese reali. I video generati in modo sintetico possono essere usati per ricostruzioni virtuali, dichiarate, o rappresentazioni concettuali.