Tuttavia, accanto a questi sviluppi virtuosi, la stessa infrastruttura ha facilitato la diffusione di contenuti di bassa qualità, fake news, semplificazioni e polarizzazioni tipiche di molti social media. La gestione algoritmica dell’informazione, volta a massimizzare l’engagement, ha spesso privilegiato l’emotività e la brevità rispetto alla complessità e alla profondità, contribuendo, secondo vari studi, a un calo del livello medio di attenzione e pensiero critico.

La crisi crescente degli editori e dei media tradizionali, nati nella galassia Gutenberg, mette a repentaglio la mediazione culturale consolidata dei secoli precedenti, basata sull’autorevolezza di fonti certificate.

La tecnologia della rete ha quindi avviato una rivoluzione cognitiva tuttora incompleta, dall’esito incerto.