Oltre alla ormai classica traduzione automatica di pagine web e testi sui social, esistono già applicazioni AI per smartphone in grado di riconoscere testi scritti in lingue e alfabeti diversi, ad esempio segnaletiche stradali o menu di ristoranti, e di effettuare la traslitterazione e la traduzione. Nuove generazioni di smart glass sono in grado di ascoltare e tradurre i discorsi in lingue straniere degli interlocutori, in un dialogo in tempo reale sia scritto che vocale.

Dalle tecnologie deepfake stanno emergendo soluzioni in grado di doppiare fedelmente un video e tradurlo in un’altra lingua, producendo sorprendenti versioni multilingua di un discorso o di una lezione.

In generale, la qualità delle traduzioni sta rapidamente crescendo, mettendo peraltro a rischio il ruolo di traduttori e interpreti. Si pone la questione di quali competenze linguistiche dovremo formare per il futuro prossimo, anche utilizzando tecnologie didattiche di intelligenza artificiale. Peraltro è urgente capire quali altre funzioni di espressione linguistica verranno soppiantate dall’AI.

Uno dei filoni interessanti è quello delle microlingue specializzate, il cui apprendimento è fondamentale sia nell’ambito accademico che in quello professionale. Ogni settore, scientifico o lavorativo, richiede la padronanza in un linguaggio specializzato, una microlingua. Dalla biologia all’arte, dall’edilizia all’aeronautica, lo specialista deve acquisire la competenza nella microlingua specifica, prima nella sua lingua madre poi nelle lingue straniere. Oggi è molto difficile trovare docenti che oltre ad avere la padronanza di una lingua straniera abbiamo anche il dominio dei linguaggi tecnici richiesti nei settori specializzati. L’intelligenza artificiale può sviluppare glossari multimediali e conversazioni immersive molto efficaci per l’apprendimento delle microlingue.

Nello scenario dell’AI multilingua saranno particolarmente avvantaggiati paesi come l’Italia, la cui lingua nazionale è poco parlata nel mondo: i loro abitanti non eccellono per la padronanza delle lingue ma ora potranno diventare facilmente poliglotti artificiali, mentre alcune lingue dominanti a livello internazionale, come l’inglese e l’arabo potrebbero perdere il soft power che deriva dalla loro diffusione, dato che tutti potranno facilmente capire le lingue straniere grazie a traduttori artificiali, inseriti anche in smartphone, occhiali, auricolari.

Le tecnologie automatiche di traduzione e di localizzazione abilitano nuove esperienze interculturali tra persone provenienti da diversi continenti. Si attivano nuove forme di interconnessione tra popoli e individui, grazie al superamento dalle barriere linguistiche reso possibile dall’AI che diventa un interprete universale sofisticato. L’intercultura intelligente avviene sia sul posto, nell’incontro fisico tra persone che parlano diverse che possono finalmente dialogare usando la propria lingua, sia nelle forme di incontro online sempre più diffuse.

Il poliglotta artificiale è colui che si avvale delle tecnologie di traduzione automatica per superare le barriere linguistiche, in diversi contesti culturali e professionali.
L’immagine è rilasciata sotto licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0). Opera di Gualtiero e Roberto Carraro – Homo Extensus. Riportare citazione degli autori e link alla pagina originale

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