Esistono numerosissimi esempi di musei digitalizzati, cioè arricchiti da soluzioni tecnologiche, ma si stanno oggi diffondendo anche musei interamente digitali, cioè privi di reperti fisici. Il museo interamente digitale omette la funzione della conservazione dei reperti (di cui è privo), mentre esalta la funzione comunicativa e cognitiva: diventa così simile a un palazzo tecnologico dedicato alla conoscenza che attualizza gli antichi “palazzi della memoria”. I musei in sé, in un certo senso, danno forma fisica agli antichi palazzi della memoria. Lo spazio virtuale dell’arte della memoria, descritto da Cicerone, era organizzato in luoghi (loci) e figure retoriche (agentes imagines) progettati per stimolare la memorizzazione e la conoscenza. I “loci” nel museo reale diventano le sale e le “imagines” diventano i reperti. La tecnica dei loci è quindi alla base dello «spacetelling» nei musei, cioè della loro progettazione, ed è oggi sorprendentemente attuale nei musei immersivi e interattivi.