L’avvento degli Smartphone, in particolare dopo il rilascio di iPhone nel 2007, accelera ulteriormente il passaggio al web 2.0, perché per gli utenti diventa ancora più facile produrre contenuti (foto e video) e pubblicarli e condividerli sui social media. Inoltre, la diffusione pervasiva dei dispositivi mobili prolunga l’utilizzo quotidiano di Internet, anche quando si è in movimento e nei momenti di pausa dal lavoro o dalle normali occupazioni quotidiane.
Diverse soluzioni e interfacce, come i sistemi di Instant Messaging (ad esempio WhatsApp), lo scorrimento continuo, la correlazione automatizzata e la rotazione dei contenuti alimentano la diffusione semplificata di massa dell’accesso alla rete e le prime forme di dipendenza da Internet.
La valorizzazione dei contenuti degli utenti evolve in un’ulteriore forma di economia digitale, la Sharing Economy (economia collaborativa), basata sullo sfruttamento commerciale anche dei beni dei privati, come ad esempio le auto, con il servizio di taxi di Uber (2009) o le abitazioni mediante gli affitti brevi di Airbnb (2007).
Il grande successo di massa e commerciale del Web ha creato le più grandi aziende del mondo, che hanno superato di gran lunga i 1000 miliardi di dollari di capitalizzazione in borsa.
Ma l’impatto delle grandi piattaforme web sulla cultura collettiva e sulla psicologia individuale è stato rilevante, e merita una riflessione approfondita e critica.