Da quando ha cominciato a scheggiare pietre e a tendere corde per lanciare frecce, l’Homo Sapiens ha sempre utilizzato la tecnologia come estensione delle proprie facoltà naturali.
La dialettica tra le società umane e le loro estensioni tecnologiche ha segnato i passaggi tra le ere della preistoria e della storia: la caccia, l’agricoltura, l’urbanizzazione, l’industria, la società dell’informazione. Queste transizioni epocali sono state segnate da conflitti sociali, anche drammatici, ma alla fine hanno portato l’umanità ad aumentare il livello del proprio benessere, la durata e la qualità della vita.
Oggi ci troviamo ad affrontare la sfida della Intelligenza Artificiale, che potrebbe portarci ad una nuova dimensione antropologica, tutt’altro che scontata, che vogliamo definire ”Homo Extensus”.
Questa definizione allude alla volontà di creare non una Intelligenza Artificiale delle macchine, ma piuttosto una “Intelligenza Estesa”, cioè una estensione delle facoltà intellettive dell’uomo.
Considerando quanto emerge dalla storia delle precedenti tecnologie cognitive, e valutando i rischi e le opportunità dell’Intelligenza Artificiale, ora proviamo a proiettarci nella visione di una dimensione futura della Intelligenza Estesa.