Al pari degli altri comparti, anche il settore dei beni culturali è investito dalla trasformazione digitale. Nelle istituzioni culturali nazionali e internazionali si sta cercando di prevedere l’impatto dell’Intelligenza Artificiale su musei, biblioteche, archivi storici, chiese, monumenti e siti archeologici.
Alcune soluzioni per la salvaguardia e la catalogazione del patrimonio culturale con l’utilizzo dell’AI sono già state realizzate e attivate. l’AI è utilizzata ad esempio negli archivi per descrivere e classificare le opere d’arte e generare automaticamente didascalie. Vengono adottate tecniche di intelligenza artificiale anche per scoprire con riprese da drone nuove aree archeologiche, come nel progetto pilota Cultural Landscapes Scanner; il progetto europeo RePAIR, poi, utilizza robot per ricostruire reperti dell’antichità ridotti in frantumi.
L’AI migliora in generale l’accessibilità ad archivi digitali ottimizzando la catalogazione e la gestione di collezioni museali e documentarie. Inoltre le Tecniche di elaborazione del linguaggio naturale (NLP) permettono la trascrizione automatica di testi antichi e la loro traduzione. Sistemi basati su IA analizzano caratteristiche visive come pennellate e texture per autenticare opere d’arte e rilevare falsificazioni.
Il fronte più interessante è sicuramente quello che riguarda l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per abilitare nuove forme di accessibilità e di valorizzazione del patrimonio culturale: in questo contesto è infatti possibile inserire il concetto di Homo Extensus, inteso come un’evoluzione dell’uomo nel rapporto con i beni culturali, grazie a nuove facoltà intellettuali umane abilitate dall‘Intelligenza Artificiale.