L’avvento dell’intelligenza artificiale generativa svilupperà nuove forme d’arte che utilizzeranno questa rivoluzionaria tecnologia, ridefinendo il ruolo dell’artista e il posizionamento dell’arte stessa nel rapporto con la società. L’AI non limita il suo impatto all’arte contemporanea, ma investe tutto il mercato delle industrie creative: dalla grafica alla videoarte, dalle installazioni immersive agli effetti speciali. Noi qui cercheremo però di focalizzarne le possibili conseguenze nel contesto più limitato dell’arte contemporanea, che con la sua libertà di espressione, il suo pensiero critico e provocatorio, la sua ricerca analitica verticale, e la sua innovazione rivoluzionaria, la sua fisicità fatta di materia ed esperienza corporea, si profila come uno degli antidoti agli effetti distopici dell’intelligenza artificiali. La consapevolezza profonda tipica dell’arte contemporanea sarà preziosa all’Homo Extensus per affrontare le sfide aperte dall’intelligenza artificiale. Prima di tutto l’arte può essere utile per smascherare i trucchi psicologici creati ad hoc dalle grandi aziende tecnologiche, in primis la sua pericolosa e ingannevole umanizzazione. Inoltre, la provocatorietà, la trasgressione, l’innovazione visionaria dell’avanguardia artistica sono forme di pensiero critico e creativo profondamente umane.
L’arte in tutte le sue declinazioni contribuirà fortemente nella costruzione di una cultura estesa nell’epoca dell’avvento dell’intelligenza artificiale. La diffusione delle opere estese – fisiche, ibride e digitali – nel territorio e in rete avrà un ruolo determinante nella affermazione di una nuova cultura condivisa. Tutte le arti, dalla pittura alla scultura, dal teatro all’architettura, alla musica, al cinema, saranno impattate dall’intelligenza artificiale, sia nel processo creativo, che nelle modalità di fruizione.