L’intelligenza leonardesca è per più aspetti un modello per l’intelligenza estesa, un caso emblematico in cui l’uomo ha superato evidentemente i precedenti limiti cognitivi. Il genio di Leonardo da Vinci è una icona universale per la visione dell’Homo Extensus.

Nei disegni e nei dipinti del genio fiorentino si riconoscono le sue incessanti ricerche, che spaziano in innumerevoli ambiti del sapere. Non conosciamo il volto di Leonardo: la tradizione gli attribuisce un celebre ritratto da anziano, ma nessuno è certo che sia lui. Se la sua forma fisica ci è ignota, la forma della sua mente è invece ancora di fronte a noi, il suo funzionamento è registrato puntualmente, quotidianamente nei suoi disegni e nelle sue opere. Il disegno, una delle attività più antiche dell’Homo Sapiens, basato sul coordinamento oculo-manuale, è l’attività centrale dell’intelligenza leonardesca, e assume nuova forza all’epoca dell’intelligenza artificiale.

Nei suoi disegni Leonardo passa continuamente di argomento in argomento, persino nello stesso foglio, seguendo il turbinoso sviluppo dei suoi pensieri. Diventa così possibile compiere ancora oggi un viaggio in una delle menti più vaste, più poliedriche, più belle che abbiano mai abitato il nostro pianeta. I suoi capolavori pittorici sono momenti di sintesi delle sue idee, delle acquisizioni di una vita da insaziabile studioso e inventore. Nei codici leonardeschi percepiamo varie forme di intelligenza e un’inestinguibile sete di conoscenza. Leonardo usa il disegno non solo per rappresentare la natura, ma anche per progettare: ecco l’inventore, l’ingegnere capace di immaginare un mondo nuovo, di ideare macchine volanti, imbarcazioni di ogni tipo, meccanismi. Quest’ “omo sanza lettere” – povero di formazione letteraria e quindi più libero di altri intellettuali dai condizionamenti della sua epoca – ha saputo da solo tracciare un itinerario unico verso la conoscenza. Sarà possibile trasporre il modello dell’intelligenza leonardesca nell’epoca dell’intelligenza artificiale? La straordinaria e unica multidisciplinarietà della mente di Leonardo potrebbe essere accessibile a tutti oggi con il supporto dell’intelligenza artificiale, che ci offre tutto il sapere umano in forma conversazionale e generativa. Le sinapsi leonardesche, che nei capolavori connettono e sintetizzano mirabilmente nozioni tratte da discipline diverse, potrebbero essere un modello per la nuova conformazione della mente umana “estesa”. Ma anche il suo pensiero critico e la sua propensione alla verifica diretta, che lo porta a sezionare i cadaveri, al punto di disegnare per primo un bambino in posizione fetale, è un modello interessante per l’Homo Extensus. La multidisciplinarietà per Leonardo è anche “multimodalità”, cioè capacità di esprimersi con media diversi: pittura, musica, scultura, architettura. Una caratteristica unica ai suoi tempi, oggi divenuta molto più praticabile grazie alla intelligenza artificiale generativa multimodale. Infine la propensione di Leonardo a volgere lo sguardo e lo studio al futuro, rivoluzionaria per la sua epoca ed evidente nei molteplici progetti dei suoi codici, è un ulteriore tratto intellettuale da studiare e porre come obiettivo rilevante per la formazione della mente umana all’epoca dell’AI.