L’avvento dell’AI sta velocemente rivoluzionando il comparto delle ricostruzioni archeologiche virtuali, finora realizzate con ambientazioni con scenografie e comparse in costume o con la tecnologia 3D. La tecnologia 3D, soprattutto se integrata sulla riproduzione fotogrammetrica del sito archeologico, offre maggiore rigore scientifico. Ma la rapida evoluzione dell’intelligenza artificiale generativa propone già una ampia tavolozza di possibilità, con risultati sorprendenti. La sfida è ricondurla al necessario rigoroso riferimento alle fonti scientifiche. Le ricostruzioni archeologiche fanno riferimento a numerose tipologie di fonti. Di notevole importanza sono i reperti fisici che possono individuare il periodo storico e gli stili architettonici, le mappe o le vedute antiche o i rilievi cartografici riguardo all’assetto architettonico e urbanistico, ma anche i dettagli sulle decorazioni, le suppellettili, infine le descrizioni testuali provenienti dagli autori antichi e dagli studiosi moderni. Ogni ricostruzione storica, a prescindere dalla tecnologia che si intenda utilizzare, necessita una raccolta preliminare di informazioni scientifiche. Una volta raccolti i dati necessari, siano essi descrizioni scritte o tracce archeologiche, passare alla ricostruzione dell’edificio completo è comunque estremamente difficile, soprattutto se si vuole ricostruire l’edificio in modo realistico, ricco di dettagli, decorazioni, ed addirittura a colori. I resti ancora presenti nei siti archeologici, le descrizioni letterarie, i disegni schematici sulle antiche monete o nei bassorilievi gettano luce su alcuni aspetti degli antichi monumenti, ma sono ben lontani da offrirne una immagine realistica. I dati a nostra disposizione risultano sempre insufficienti, e se si vuole ottenere una resa “fotografica” dell’edificio virtuale, è necessario oltrepassare i limiti della dimostrabilità e inoltrarsi coraggiosamente nel campo delle ipotesi. Va subito precisato che le ipotesi archeologiche sono a volte contrastanti, sulla struttura dell’edificio, per non parlare delle sue decorazioni e dei suoi colori. o quindi esposte alla possibilità di errare, piuttosto che omettere gli elementi cromatici, decorativi e figurativi che caratterizzavano indubbiamente gli antichi monumenti. Una volta utilizzate e quindi esaurite tutte le risorse informative, è necessario procedere lasciandoci guidare dall’intuito storico e dal senso estetico, che devono orientare la rigenerazione storica nel dettaglio. Scienza e arte devono guidare l’intelligenza artificiale per fare in modo che il passato torni in vita, diventando una realtà sintetica rigorosa e consistente. Rispetto alle ricostruzioni 3D L’intelligenza artificiale generativa sembra garantire maggiore vitalità e complessità, ma richiede un maggiore sforzo immaginifico e maggiore attenzione sui dettagli. Grazie all’AI sarà possibile dare forma ad ambienti che non riproducano le nude forme architettoniche, ma ricreino l’antica simbiosi tra architettura, pittura e scultura, vissute da figure umane iperrealistiche. L’intelligenza artificiale generativa offre la straordinaria opportunità di ripensare il mondo antico nel suo complesso, offrendone un’immagine nuova al grande pubblico, prorompente di valori figurativi e simbolici e arricchita da presenze umane realistiche, difficilmente realizzabili con le tecnologie precedenti.

Approfondimenti