Internet è un concorrente formidabile dei sistemi scolastici tradizionali, che potrebbero collassare non solo nei paesi emergenti, che corrono il rischio di essere travolti dalla crescita demografica, ma anche in quelli più avanzati.

In una incertezza crescente sulla leadeship globale tra le superpotenze, il potere delle aziende Bigh Tech è destinato a crescere, in particolare nel ruolo delicato della trasmissione della conoscenza.

La gratificazione multimediale e la capacità di intrattenimento offerti dalla rete possono contribuire al discredito dei sistemi scolastici, che adottano metodi ancora in buona parte basati sul giudizio standardizzato, lontani dalla personalizzazione dei percorsi didattici e come tali inadatti a valorizzare appieno i talenti personali degli studenti, ma volti piuttosto, anche mediante la coercizione e lo studio mnemonico a raggiungere obiettivi di apprendimento acritico delle conoscenze.

Al contempo, l’Intelligenza Artificiale mina l’autorevolezza culturale degli insegnanti, mettendo a disposizione degli studenti in qualsiasi situazione, momento o luogo, risorse informative e cognitive con le quali difficilmente il corpo docente potrà competere.

La remotizzazione dello studio e del lavoro è già un fenomeno rilevante: in alcuni Paesi, a partire dalle famiglie più abbienti, si sta cominciando a riorganizzare l’educazione nell’ambiente domestico, grazie a tutor e a tecnologie avanzate. Video, giochi, realtà virtuale, avatar e chatbot conversazionali, sono in grado di attrarre e conquistare l’attenzione degli studenti e di ricompensarli efficacemente. Global Market Insights prevede che i servizi di insegnamento digitale cresceranno del 40% all’anno, passando dai 315 milioni di dollari del 2021 al trilione del 2028. Negli Stati Uniti il fenomeno dell’Homeschooling riguarda già il 3% degli studenti, peraltro con risultati spesso migliori rispetto a quelli della scuola tradizionale, grazie alla maggiore flessibilità e interazione. Alcuni esperti hanno rilevato che l’istruzione digitale permette di trattenere dal 40% al 60% di informazioni in più rispetto all’insegnamento tradizionale, anche se le forme ibride online e in presenza risultano le più efficaci. Il tema è peraltro oggetto di dibattito, perché con le lezioni On Line si rilevano anche perdite di QI e di attenzione. Ciò è particolarmente evidente con l’uso estensivo di videogiochi e di piattaforme Social Media.

Con l’Intelligenza Artificiale, si prefigura la possibilità – per molti versi inquietante – di un apprendimento solitario e personalizzato, peraltro garantito dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea in relazione alla libertà di scelta del metodo di istruzione (va tuttavia detto che in diversi paesi, tra cui ad esempio la Germania e la Spagna, l’istruzione a domicilio è vietata).

Anche la sorveglianza, il controllo dei comportamenti e dei risultati degli studenti al di fuori della scuola, possono essere realizzati mediante dispositivi e sensori indossabili e ambientali, gestiti soprattutto dalle solite grandi imprese tecnologiche globali.

Tra gli scenari pessimistici, è quindi possibile pensare addirittura ad un mondo senza più scuola.

Le conseguenze psicologiche, sociali e culturali che sarebbero indotte da un tale assetto appaiono allarmanti, Attali in proposito afferma: “…in questo scenario, gli esseri umani saranno presto solo degli analfabeti persi in una biblioteca infinita”.