Non è pensabile analizzare in dettaglio il momento dell’invenzione del linguaggio, che ha impegnato diverse specie di ominidi nel corso di un lunghissimo arco temporale nel paleolitico, sicuramente centinaia di migliaia di anni.

Anche l’invenzione della scrittura ha richiesto diverse migliaia di anni, e si è tradotta in varie forme pittografiche, ideografiche, sillabiche e fonetiche. 

Tuttavia, vogliamo soffermarci con la nostra riflessione su di una singola tecnica di scrittura, quella alfabetica, sia perché il suo avvento è storicamente identificabile, sia perché essa ha un impatto mentale particolarmente profondo e manifesta diversi aspetti analoghi all’attuale affermazione dell’Intelligenza Artificiale: ad esempio l’estrema facilità d’uso, l’applicazione in tutti gli ambiti della conoscenza e la rapida diffusione di massa in tutta la popolazione.

Mentre leggiamo e scriviamo tutti i giorni, non ci rendiamo conto del profondo impatto mentale della tecnica alfabetica, per molti versi più radicale delle moderne tecnologie IA. Leggere significa vedere una immagine (una lettera) che però non riconosciamo come segno visivo, ma come suono, il quale a sua volta non viene udito dalle orecchie. La scrittura fonetica è dunque una astrazione mentale, che permette al nostro sistema nervoso centrale di “pensare” concettualmente parole e discorsi, forzando i nostri sensi principali (vista e udito) a non percepire immagini né udire suoni, ma a leggere le lettere.

Questa caratteristica a-sensoriale dell’alfabeto ha consentito alla mente umana, nella civiltà occidentale, di compiere un’evoluzione intellettuale in varie direzioni, ad esempio nel riuscire a concepire un unico Dio invisibile che ci parla attraverso la scrittura, ma anche nella costruzione delle concettualizzazioni più raffinate del pensiero filosofico. Tuttavia, queste mutazioni intellettuali non sono state automatiche:  l’alfabeto è stato adottato da molti popoli, tra cui i Fenici, gli Etruschi, i Romani. Eppure solo presso gli Ebrei di Mosè e i Greci della filosofia presocratica e classica questa tecnologia cognitiva ha saputo esprimere le sue più profonde potenzialità nella estensione dell’intelligenza umana, e ciò è avvenuto grazie quindi alla genialità di singoli protagonisti o gruppi di intellettuali.

Scrive il filosofo Jacques Derrida: “Siamo Ebrei? Siamo Greci? Noi viviamo nella differenza tra l’Ebreo e il Greco, che forse è l’unità di ciò che si chiama la storia.”

Nella linea evolutiva del pensiero occidentale, l’alfabeto è originariamente semitico, mentre la filosofia fin dalla sua origine parla Greco.