Leon Battista Alberti nel suo trattato “De pictura” descrive per la prima volta il metodo prospettico, che consente ai pittori di creare su una superficie piatta uno spazio tridimensionale governato da precise leggi matematiche. La procedura è in sostanza quella ancora utilizzata in tutte le scuole d’arte del mondo. Seguendo una precisa procedura, che parte dalla misura del braccio umano, si arriva a disegnare uno schema geometrico con le linee che convergono nel punto di fuga lungo l’orizzonte, posto ad altezza d’uomo. Grazie a una griglia di quadrati che misurano un braccio, è possibile collocare con esattezza ogni oggetto esistente in questo schema matematico, in modo che le sue linee costruttive si adattino ad esso e appaia così “in prospettiva”. Il mondo appare così rappresentato dal punto di vista dell’uomo, non di Dio. E infatti l’arte rinascimentale si distingue dall’arte medievale, che privilegiava figure divine bidimensionali su fondi oro, perché rappresenta figure umane e ambienti realistici e tridimensionali. Questo affrancamento dal medioevo è analogo a quello successivamente operato da Copernico e poi dal metodo scientifico introdotto dagli strumenti di osservazione di Galileo. Questa innovazione cognitiva sarà uno stimolo per una straordinaria sequenza di conquiste intellettuali.