Nella sfera capitalista, la finalità prevalente delle applicazioni sociali dell’intelligenza artificiale è il profitto. L’avvento della rete Internet, alimentato inizialmente da utopie libertarie, si è presto tradotto in uno straordinario potere commerciale e finanziario di pochi operatori monopolistici, in grado di esercitare sulla popolazione un controllo e un influsso senza precedenti.
Nell’interazione quotidiana col web e con i social media siamo esposti costantemente ad applicazioni di intelligenza artificiale senza che l’utente ne sia consapevole: rotazione dei contenuti nei social, risultati dei motori di ricerca, messaggi pubblicitari contestuali e personalizzati, profili social realizzati con Bots (sistemi automatici), suggerimenti promozionali nelle piattaforme e-commerce.
Queste applicazioni di Intelligenza Artificiale sono gestite dalle Global Internet Company, la cui finalità – ovviamente– è meramente economica. Non sono quindi orientate specificamente ai valori etici dell’educazione, della cultura e della democrazia. Anzi, spesso producono effetti collaterali negativi, come il calo del senso critico e dello stesso quoziente intellettuale, o come forme di condizionamento occulto. Zuckerberg ha ammesso che Facebook durante le elezioni del 2016 è diventato uno dei “cavalli di Troia” usati dai russi per interferire nella campagna elettorale, in appoggio a Donald Trump.