L’Intelligenza Estesa è un concetto polisemico, che indica sia l’integrazione tra Realtà Estesa (dominio VR-AR, o meglio ancora XR) e Intelligenza Artificiale, sia un’idea più umanistica dell’Intelligenza Artificiale che la definisce non come un’entità autonoma e sostitutiva dell’intelligenza umana naturale, ma come un suo potenziamento, un’estensione appunto.
È possibile considerare entrambe le accezioni, per puntare ad una nuova dimensione della conoscenza e dell’apprendimento, sotto il controllo dell’uomo, ma con il potenziamento dei “superpoteri” sensoriali e cognitivi sia della Realtà Estesa che dell’Intelligenza Artificiale.
La realtà estesa (virtuale e aumentata) è ancora alla ricerca di modalità d’uso efficaci. Peraltro anche l’Intelligenza Artificiale non può restare limitata a un chatbot, se vuole proporre esperienze cognitive coinvolgenti. L’integrazione di Realtà Estesa e Intelligenza Artificiale può aprire nuovi scenari alla rappresentazione del sapere, sia scientifico che artistico.
Nella filosofia di Cartesio, vengono immaginati due ambiti separati, la “res cogitans” si riferisce alla sostanza pensante, l’anima o l’”io” che pensa ed è consapevole di sé; la “res extensa”, invece, è la sostanza estesa, che comprende tutto ciò che esiste nello spazio, ovvero la materia e il corpo. Cartesio le contrappone come due entità separate, la prima inestesa e pensante, la seconda estesa e non pensante. Cercando di spiegare come può avvenire nell’uomo l’interazione tra la “res cogitans” e la “res extensa”, Cartesio arrivò ad immaginare fantasiosamente che ciò avvenisse in un organo specifico, la ghiandola pineale. Ebbene, nella sfera digitale abbiamo invece due domini tecnologici: la realtà estesa (XR- res extensa) e l’intelligenza artificiale (AI – res cogitans).
Per creare esperienze cognitive avanzate utili all’uomo, occorre sviluppare soluzioni avanzate per far interagire questi due mondi.