Il dialogo è una esperienza fondamentale nella formulazione e costruzione della struttura del ragionamento dell’uomo, dai primi scambi vocali tra il figlio e la madre alle più alte espressioni della dialettica filosofica. Riportato nella scrittura, nel tempo il dialogo ha assunto le forme concettuali della dialettica platonica, aristotelica o hegeliana, che seppure tra loro estremamente differenziate, esprimono sempre manifestazioni elevate del pensiero.
L’idea di fondo della dialettica parte dall’esperienza del dialogo, una dinamica di confronto interattivo tra due parti che permette di avanzare nella formulazione del sapere.
Va osservato che fin dall’avvento dei Chatbot conversazionali, la User Experience cruciale dell’Intelligenza Artificiale è stata l’interazione dialogica tra uomo e macchina, prima in forma scritta e poi vocale.
Con l’aumento delle capacità cognitive ed espressive dei modelli AI, la conversazione si è evoluta e oggi offre la possibilità di interagire con l’intero scibile umano, e con le diverse forme di manifestazione della razionalità e della creatività, trasformati in una risorsa digitale disponibile.
Di qui l’emergere di un processo fondamentale nel percorso verso l’Homo Extensus: il dialogo incrementale uomo-macchina. Quando un utente sottopone una richiesta al Chatbot, è normale che la prima risposta non corrisponda esattamente alle sue aspettative, ma al tempo stesso può proporre temi e contenuti a cui l’utente non aveva pensato. Di qui nasce un processo dialettico, mediante successive discussioni e approssimazioni, fino a quando il risultato ottenuto appare soddisfacente.
La qualità di questo processo dialettico uomo-macchina può raggiungere notevoli risultati.
La docilità dell’AI è un ulteriore elemento a vantaggio dell’incremento dell’intelligenza umana: la macchina è servile e non perde mai la pazienza, non può avere reazioni emotive che blocchino o inficino i processi rallentandoli o deviandoli, è funzionale e reattiva in maniera del tutto neutra rispetto alla qualità delle richieste, funziona e dà risposte in base alle informazioni e alle istruzioni ricevute dall’uomo stesso.
Come nei dialoghi platonici e nella maieutica socratica, dal dialogo può scaturire un percorso verso livelli crescenti di conoscenza. L’interazione dialogica è efficace anche nei processi creativi, attraverso i quali si possono generare contenuti multimodali progressivamente raffinati attraverso istruzioni che rispondono ai risultati gradualmente generati dall’AI. In questo caso si possono realizzare interazioni incrementali tra il linguaggio umano e altre forme espressive generate in risposta dall’AI: immagini, musica, video.
Il designer cognitivo può progettare nuove interfacce dialogiche, attraverso system prompt e welcome message che attivano esperienze di apprendimento e di conoscenza personalizzate o costruite sul modello di metodi della tradizione filosofica, come la maieutica socratica nei dialoghi platonici, il sillogismo aristotelico, le dispute medievali con pars denstruens e pars construens, la dialettica dello spirito hegeliano o marxista, il colloquio di Piaget e molti altri.