L’Homo Extensus può e deve andare oltre l’approccio dominante dei modelli di AI generativa più diffusi, che rischiano di promuovere un utilizzo acritico della Intelligenza Artificiale, basato su un pericoloso effetto monologico e oracolare. Tipicamente, sistemi come ChatGPT o Gemini tendono a fornire una sola risposta, che può essere percepita da un utente ingenuo come l’unica o la migliore.
Per evitare questi rischi, occorre progettare una adozione responsabile, creativa, pluralistica e critica dell’AI.
Il modello del simposio artificiale nasce dall’idea di non far generare all’AI una sola risposta, ma di produrre e confrontare più pareri, partendo dalla simulazione di più fonti autorevoli. Nella cultura filosofica il simposio è una conversazione intellettuale tra persone di cultura: esempi di simposi sono stati la scuola di Atene o il caffè letterario illuminista. Nel simposio artificiale un modello di Intelligenza artificiale viene addestrato ad elaborare in Machine Learning idee e pareri ispirati al pensiero di autori famosi, ad esempio filosofi, politici o inventori del passato. L’effetto è quindi di poter confrontare più opinioni, in chiave pluralistica, e di sottoporle ad una riflessione critica. Il simposio artificiale potrà ospitare più temi e più dibattiti, sviluppando un progressivo controllo critico dell’intelligenza artificiale. Il simposio artificiale è una applicazione di design cognitivo che può essere inserita in una metodologia didattica, quella del “debate” che si basa su dibattiti organizzati tra studenti. Nel confronto critico dei Simposi artificiali potremo analizzare i bias cognitivi, cioè le distorsioni e i pregiudizi che possono essere prodotti dall’intelligenza artificiale, ma anche sviluppare facilmente un atteggiamento pluralista che contrasta gli effetti monologici degli algoritmi.
L’Homo Extensus, oltre a poter confrontare il parere di diversi punti di vista della cultura del passato, potrà anche disporre di un consiglio di saggi e di esperti del mondo attuale, simulato dall’AI, col quale dialogare per acquisire pareri, formulare progetti e per prendere decisioni.
Il modello del consiglio artificiale può essere applicato in diversi contesti, da quello politico in cui riproduce l’assemblea di un organo democratico, a quello aziendale in cui si convocano i consigli di amministrazione, fino alle società di consulenza, ai comitati tecnici o ai Think Tank che si basano su team di consiglieri.
Immaginiamo quindi un decision maker del futuro, ad esempio un amministratore delegato o un sindaco, che prima di sviluppare un progetto o prendere una decisione può convocare virtualmente un consiglio di esperti di livello internazionale, sottoporre ad essi un argomento, ricevere dei pareri elaborati dall’AI in base, addirittura mettere ai voti una mozione. Dopo avere ascoltato e analizzato i pareri del consiglio artificiale, spetterà comunque a lui prendere una decisione, assumendosene le responsabilità.
Oggi nessuna realtà pubblica o privata può permettersi di convocare un consiglio con i maggiori esperti del mondo, eppure questa facoltà potrà facilmente essere simulata dall’Homo Extensus.