Ai diversi tipi di Homo Extensus corrisponderanno forme specifiche di intelligenza, che andranno a consolidarsi negli anni affermandosi su altre forme, come succede in biologia nell’evoluzione delle specie e come è accaduto per il pensiero umano nella storia delle tecnologie cognitive.
Possiamo immaginare possibili forme dell’intelligenza umana, estesa dalla interazione con l’AI:
- L’intelligenza algoretica deriva dalla necessità di definire un senso all’intelligenza artificiale. L’intelligenza logosomatica emerge dalla valorizzazione della sua componente corporea, che distingue radicalmente l’uomo dall’AI e definisce la sua posizione nell’universo naturale.
- L’intelligenza coscienziale è connaturata nella coscienza di sé che solo l’uomo possiede, e che conduce alla spiritualità e alla filosofia, fondamentali per sviluppare il senso critico.
- L’intelligenza rivoluzionaria è quella che opera i grandi cambiamenti, aiutata dalle facoltà predittive dell’intelligenza artificiale, ma guidata da quella algoretica, ancora indiscutibilmente umana.
- L’intelligenza operativa – quella che in greco antico chiamava Metis, l’intelligenza pratica, l’astuzia, la saggezza nell’agire, l’abilità strategica e creativa – può essere potenziata da quella artificiale: molti strumenti AI possono potenziare la mano dell’artigiano, l’occhio dell’esploratore e del medico.
- L’intelligenza esplorativa è collegata ai viaggi e alle visite di luoghi. Anch’essa è potenziabile dai nuovi occhi e dalle narrazioni abilitate dai dispositivi di visione e intelligenza artificiale.
- L’intelligenza digitale collettiva deriva dalla costruzione di un sapere condiviso, attraverso la rete e l’addestramento dei modelli di Intelligenza Artificiale, ma sempre sotto il controllo consapevole della comunità umana.