Possiamo immaginare forme di cultura e di pensiero al di fuori della tradizione della scrittura?

Finora abbiamo considerato il pensiero come una macchina per la scrittura e ritenuto il libro il principale strumento di apprendimento. La filosofia contemporanea con Derrida mette in dubbio questo presupposto, e “apre un nuovo tipo di interrogazione sulla metaforicità, sulla scrittura

e sulla spaziatura in generale.” Secondo Freud l’alfabeto è una “rinuncia pulsionale”, che rimuove sensi e pulsioni creando l’esperienza lineare – non spaziale – della lettura.

In generale, la filosofia è viziata dall’oblio del corpo del sapere, cioè della tecnica alfabetica, e del suo ruolo fondamentale nello sviluppo del pensiero. La tradizione filosofica, ma anche teologica o pedagogica, non ha finora correttamente considerato l’importanza del “significante” – l’alfabeto, la tecnica della scrittura fonetica – rispetto al “significato” – il contenuto del libro. Con l’Intelligenza Artificiale siamo oggi di fronte a una trasformazione epocale della tecnica di sviluppo del pensiero.

Alzando gli occhi dal libro – da 3000 anni lo strumento principe dell’educazione scolastica – vediamo e abitiamo lo spazio intorno a noi.

La spaziatura in Derrida e in Heidegger indica una dimensione fondativa diversa, più vasta e più aperta rispetto al sistema fonetico-metafisico avviato dalla scrittura alfabetica e dalla filosofia greca. Heidegger disegna una diversa esistenza per i “mortali”, un diverso abbracciare gli spazi e mantenersi in essi. Per Heidegger il mondo deve accedere a una nuova unità: il “gioco di specchi della semplicità di terra e cielo, divini e mortali”. L’unità si origina nello squadrare della quadratura, nella cura del mondo, come salvare la terra, accogliere il cielo, attendere i divini, condurre i mortali.

Al di là di queste riflessioni filosofiche, è possibile cominciare a immaginare le forme di una cultura immersiva: installazioni intelligenti, metaversi generativi, musei dialoganti sono solo alcune delle numerose esperienze culturali immersive che saranno abilitate dalle tecnologie della realtà virtuale, della realtà aumentata e del metaverso, integrati con l’intelligenza artificiale. Nuovi palazzi della memoria immersivi verranno edificati, simboli di una nuova civiltà in formazione, nei quali lo storytelling diventa spacetelling, organizzato e fruito nello spazio tridimensionale.