L’uomo deve essere “al di sopra” dell’Intelligenza Artificiale, cioè deve avere il controllo dei processi svolti con il supporto dell’AI. Questa facoltà di controllo deve essere resa possibile ed esplicita nelle tecno-metodologie didattiche.

Il neologismo Above AI indica un principio culturale, metodologico e di User-Interface Design che colloca l’uomo al di sopra della Intelligenze Artificiali.

L’idea di fondo è consentire all’utente umano di mantenere un controllo vigile, critico e consapevole delle applicazioni e dei contenuti dell’AI.

Gli ambiti applicativi sono numerosi, dalla didattica alla produzione di contenuti, dalla ricerca scientifica al marketing, dai servizi professionali fino all’intrattenimento. In tutti questi contesti esiste il rischio che l’utente sia assorbito, inglobato all’interno di singole applicazioni di Intelligenza Artificiale, in particolare generativa, di cui non riesce a percepire la logica, le fonti e le conseguenze.

Una tendenza pericolosa delle applicazioni di AI generativa e conversazionale, ad esempio ChatGPT, è di assumere un approccio monologico e monopolistico, creando forme di dipendenza degli utenti, che “pendono dalle labbra” dell’oracolo artificiale facendolo diventare l’unica o principale fonte delle loro informazioni, competenze e conoscenze, e perdendo di vista i criteri e gli orientamenti del modello stesso.

Un ulteriore rischio è la cessione inconsapevole e massiva di dati personali e di proprietà intellettuali.

Occorre sviluppare diverse strategie per ottenere il controllo dell’AI. La prima si riconduce al motto cesariano “divide et impera”: è più facile controllare più intelligenze artificiali divise, piuttosto che una sola integrata e omologata. Dal punto di vista applicativo, l’approccio Above AI consente ad esempio di confrontare il risultato di diversi sistemi AI, evidenziando così la presenza di filtri o di limiti al loro interno.

Una seconda strategia è legata al posizionamento: è opportuno evitare di essere sottoposti ad una AI oracolare e monologica (come quella di ChatGPT e in generale delle interfacce conversazionali generaliste), ma è meglio diffidare anche dall’essere “affiancati” da un modello AI che funge da assistente paritario, prima o poi destinato a condizionarci. Occorre invece collocarci “al di sopra” dell’AI per mantenere una visione generale del processo formativo e delle sue componenti tecnologiche, finalizzate a obiettivi specifici.

Queste esigenze ci portano a inserire nei percorsi educativi più intelligenze artificiali, controllate da sistemi e processi a loro esterni.

L’obiettivo delle applicazioni Above AI è consentire all’uomo di superare le Intelligenze Artificiali, nel senso di utilizzarle per raggiungere obiettivi e risultati superiori e più complessi rispetto all’uso puro e semplice e diretto di singoli modelli AI.

Il modello antropologico è quello dell’Homo Extensus, cioè in grado di estendere le facoltà intellettive umane anche grazie all’AI, ma mantenendone il controllo consapevole.

L’approccio “Above AI” prevede che l’uomo possa controllare e utilizzare più Intelligenze Artificiali, non dipendendo quindi da un solo modello.
L’immagine è rilasciata sotto licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0). Opera di Gualtiero e Roberto Carraro – Homo Extensus. Riportare citazione degli autori e link alla pagina originale