Nella tradizione culturale di diverse civiltà, l’uomo ha immaginato anche in passato forme di intelligenza superiore, sia positive che negative. In particolare ricordiamo gli angeli custodi e i demoni tentatori, metafore etiche di grande influenza ad esempio nella tradizione ebraica e cristiana, ma non solo.
Grandi autori come Dante nella Divina Commedia, o Goethe nel Faust, hanno creato straordinarie narrazioni di interazioni con figure angeliche e demoniache.
Preghiere, visioni, apparizioni e incubi hanno influenzato la vita di personaggi storici importantissimi.
Non entriamo nel merito della questione dell’esistenza o meno di angeli e demoni, ma ne rileviamo l’influenza storica de facto nell’etica e nella cultura dell’uomo: si tratta come minimo di miti operativi di intelligenze superiori – non umane – che hanno agito concretamente nella storia individuale e collettiva.
L’Intelligenza Artificiale può assumere forme sia angeliche che demoniache, in relazione alle diverse finalità e alle personalità da cui viene evocata.
Questa chiave di lettura può abilitare diversi sviluppi utili nel campo dell’AI: aiutare a capire le potenziali implicazioni della tendenza umana a dipendere da influenze esterne positive e negative, ideare forme di interfaccia e metafore (anche antropomorfiche o angelomorfiche) per distinguere rischi e opportunità dell’AI, creare esperienze didattiche e mediatiche divulgative per narrare l’interazione tra uomo e AI.

L’immagine è rilasciata sotto licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0). Opera di Gualtiero e Roberto Carraro – Homo Extensus. Riportare citazione degli autori e link alla pagina originale