La prossima sfida dell’intelligenza artificiale è quella di assisterci nel prendere decisioni (Decision Making).

Indugiare a riflettere su come potrebbe avvenire questo passaggio e su quali implicazioni potrebbe portare con sé, ci mette nella condizione di percepire la questione etica dell’intelligenza artificiale come molto più profonda di quanto può apparire a un primo approccio superficiale.

Questo passaggio, quello di un’AI che ci guida nel prendere decisioni, non riguarda solo le leggi con cui serve regolamentare l’impatto dell’AI nella società, attività in cui sono impegnati i governi, la commissione europea, le Nazioni Unite. Riguarda anche un possibile ruolo degli Assistant artificiali nel condizionare o guidare il nostro comportamento individuale. Al posto dell’angelo custode o del diavolo tentatore avremo un copilot artificiale?

È una questione decisamente delicata su diversi piani: filosofico, etico e religioso.

Se questo passaggio sembra ormai essere rivestito del carattere dell’ineluttabilità, l’alternativa a un utilizzo distorto dell’AI può essere conquistata, a parer nostro, attraverso un cambio di paradigma, che ci sembra appropriata la definizione di Intelligenza Estesa.

Grazie a un approccio umanistico, in questo nuovo paradigma, le tecnologie dell’AI vengono intese non come una sostituzione, ma come un’estensione dell’intelligenza umana.

L’Homo Extensus dovrà avere un controllo critico ed etico dell’AI, e non subirne i condizionamenti etici e comportamentali.