Nella prima fase di fruizione della più popolare piattaforma AI, ChatGPT, abbiamo assistito al suo utilizzo da parte di milioni di studenti che fanno scrivere a ChatGPT ricerche e riassunti al loro posto, realizzare traduzioni automatiche, o usano la piattaforma per riuscire a superare esami senza essersi preparati e pertanto senza le necessarie competenze.

Per evitare gli effetti diseducativi di queste pratiche, nelle università del Nord Europa si sta tornando agli esami orali.

E che dire della scomoda posizione dei docenti in un contesto come quello appena descritto?

Si stanno diffondendo chatbot conversazionali che simulano il ruolo del docente, con l’evidente obiettivo di sostituirlo. Alcuni osservatori autorevoli, tra cui Bill Gates, hanno cominciato a dichiarare che presto i docenti verranno rimpiazzati dall’Intelligenza Artificiale.

Tutto ciò ha determinato un’oggettiva conflittualità tra l’AI e la comunità educativa, che in gran parte sta reagendo maturando molta diffidenza e spesso opponendo un rifiuto dell’utilizzo delle tecnologie di Intelligenza Artificiale nel contesto scolastico, anche con atteggiamenti luddistici.