“La tecnologia non è né buona né cattiva, ma neanche neutrale” (Melvin Kranzberg).
Il fenomeno delle fake news è determinato da diversi interessi. Il primo è quello commerciale.
Le piattaforme internet private – ad esempio i Social Media – sono interessate a moltiplicare le visualizzazioni dei contenuti perché ad ogni visualizzazione potenzialmente possono associare un messaggio pubblicitario e quindi determinare un guadagno da parte della piattaforma stessa.
Il fenomeno delle bufale o fake news è stato favorito da chi gestisce la piattaforma, perché è naturale ed evidente che una notizia puramente inventata, immaginaria e ideata per creare sensazione ha molte più potenzialità di diffusione rispetto a una notizia vera.
Ecco quindi che il meccanismo di suggerimento della notizia stessa e di propagazione viene favorito: una grossa “sparata” ha immediatamente un riscontro rilevante da parte degli utenti, crea attenzione e quindi viene valorizzata nel meccanismo di propagazione e diffusione, distribuzione e rotazione delle informazioni all’interno della piattaforma social media.
La sfera fake si è enormemente espansa con l’AI generativa e con i modelli in grado di produrre contenuti del genere “deep fake”, comprese immagini simili a fotografie o video ad elevato effetto realistico ma del tutto falsi.
Questo fenomeno è però devastante, perché determina un primato del falso rispetto al vero, un primato della montatura rispetto al reportage reale. Tutto ciò assume un’ulteriore rilevanza in alcuni contesti, ad esempio quello delle campagne elettorali e di propaganda politica.
“Internet ha comportato tante cose positive, ma le fake news sono una delle negatività. Tutti noi amanti della democrazia e che crediamo nella libertà dobbiamo pensare che separare il falso dal vero sia la base della libertà”. (Tim Cook, CEO Apple)
Evidentemente quello che si è raggiunto nel corso di secoli e decenni nell’ambito delle regole della comunicazione di carattere politico ed elettorale – ad esempio quella che in Italia si chiama “par condicio” nei mass media – viene totalmente disatteso dai social media. La par condicio stabilisce che nell’ambito dei mass media i diversi partiti politici debbano avere una pari opportunità o perlomeno una tendenziale pari opportunità di comunicazione dei loro programmi e delle loro idee affinché non si venga a creare un predominio soverchiante di una forza politica rispetto all’altra.
Un altro fenomeno preoccupante per quanto riguarda la circolazione di fake news, è la diffusione di credenze infondate sul piano scientifico, anche su argomenti delicati come i vaccini, i farmaci, le specie aliene (ad esempio la Xilella), il clima.
Il meccanismo delle fake news come dicevamo è di per sé soverchiante in quanto una notizia falsa, una “bufala”, ha un potenziale molto più alto di propagazione rispetto a una notizia vera.
Ecco quindi che le campagne elettorali, di opinione, i dibattiti pubblici, in assenza di meccanismi di controllo, vengono fortemente falsati da parte di alcuni social media.
Per garantire alla rete una reputazione di ambiente affidabile quanto a veridicità dei suoi contenuti, dovrebbero essere favoriti sistemi per identificare le fake news ed eventualmente filtrarle; i meccanismi attuali invece, al contrario, tendono a privilegiarle e propagarle.
Questo fenomeno determina una forte distorsione della verità e della realtà all’interno dei Social Media. Occorre denunciare i rischi di questa delega diffusa a chi oggi gestisce i social media, promuovere la capacità critica degli utenti, e costruire forme strutturate di content curation che recuperino e restituiscano anche ai social media la credibilità necessaria, mediante l’autorevolezza delle fonti e la qualità dei contenuti.