Nella rete è comparso a partire dagli anni 2000 un nuovo livello dominante, che è lo strato della “piattaforma over-the-top”: ad esempio il social media Facebook, oppure il motore di ricerca Google, che è la modalità di accesso ai contenuti.

Tali imprese, prive di una propria infrastruttura di reti di telecomunicazioni, agiscono al di sopra delle reti fisiche, da cui la definizione Over-The-Top. Il vantaggio delle OTT è che non hanno a proprio carico i costi relativi alla trasmissione ed alla gestione della rete fisica (come per la telefonia, la televisione tradizionale via digitale terrestre e via digitale satellitare), che gli altri broadcaster o operatori di telecomunicazioni tipicamente sostengono, dovendo posare cavi, installare ripetitori o inviare nello spazio satelliti. Le aziende Over-The-Top possono sfruttare le loro applicazioni (ad esempio Youtube, Instagram, Google Maps, WhatsApp…) nel mercato globale con spese di gestione ed organici ridottissimi. Le piattaforme Over-The-Top sono divenute il media e il canale attraverso cui noi possiamo accedere ai contenuti. Ma all’interno di queste piattaforme non riusciamo facilmente a creare forme di organizzazione di gerarchia tra la qualità delle fonti e dei contenuti stessi.