L’impatto della rapida diffusione dell’Ai nel mondo del lavoro è potenzialmente in grado di destabilizzare profondamente la società.
È sul fronte dell’occupazione che probabilmente arriveranno i problemi più percepibili e rilevanti. Questa è la posizione del rapporto di Mario Draghi sulla competitività europea: “L’impatto dell’IA in Europa è stato finora di incremento della manodopera piuttosto che di sostituzione della stessa: esiste un’associazione positiva tra l’esposizione all’IA e la quota di occupazione del settore. Tuttavia, questa associazione potrebbe essere transitoria, poiché le aziende sono ancora nella fase iniziale di comprensione di come impiegare queste tecnologie. “
Sono molte le professioni che potrebbero scomparire o perdere valore a causa dell’intelligenza artificiale. Pensiamo a un traduttore, a uno speaker o, ancora, a un operatore di un call center; forme specializzate di intelligenza artificiale stanno sostanzialmente sostituendo queste figure nel mondo professionale, restringendo gli ambiti in cui l’attività umana è insostituibile e ha ancora valore.
Non sono a rischio solo i lavori ripetitivi, anzi, in questo momento l’intelligenza artificiale sta mettendo in discussione anche le attività creative, come quella dell’illustratore o del compositore di musiche.
In questo momento, proliferano pubblicazioni sul futuro del lavoro, con elenchi arbitrari dei “mestieri che scompariranno”. Scrive ancora il rapporto Draghi: “Secondo una ricerca condotta negli Stati Uniti, circa l’80% della forza lavoro potrebbe subire ripercussioni su almeno il 10% delle proprie mansioni lavorative a causa dell’introduzione dei cosiddetti Large Language Models (LLM), mentre quasi il 20% dei lavoratori potrebbe subire ripercussioni su almeno il 50% delle proprie mansioni. A differenza delle precedenti ondate di informatizzazione, i posti di lavoro più qualificati saranno probabilmente più esposti.”