https://homo-extensus.ai-book.it/wp-content/uploads/2025/06/954_universalita_lartista_esploratore_dellimmaginario_universale.mp3 L’artista che usa l’AI image generation esplora l’immaginario universale. La conoscenza dell’universo visivo globale, la capacità di muoversi nella storia dell’arte, di scoprire connessioni profonde, è una competenza fondamentale per sfruttare ad hoc la “tavolozza planetaria” dell’AI image generation. Va però anche affrontata la questione dei diritti. In un certo senso l’AI generativa “ruba l’anima” ai più grandi artisti e ne fa una sintesi aleatoria, generando un mostro insuperabile nella qualità esecutiva, nella versatilità, nella velocità, e ovviamente nel prezzo. Sono in atto cause legali impugnate da artisti ed editori contro i giganti tecnologici cha hanno usato le loro opere per addestrare l’AI generativa. Non sappiamo che esito avranno questi processi legali, ma certamente non fermeranno lo sviluppo tecnologico e non incrineranno la posizione dominante dei colossi dell’intelligenza artificiale. Se una riflessione in questo ambito va avviata, è proprio l’arte contemporanea, in qualità di preziosa forma di pensiero critico, che deve cominciare a occuparsene. D’altra parte, nell’opera di ogni artista convergono ricerche e influssi da altri artisti; l’opera d’arte è un crocevia di connessioni profonde che l’AI image generation può esaltare. Con l’intelligenza artificiale l’artista può giocare con la storia dell’arte come hanno fatto gli artisti del Rinascimento, del Barocco, del Neoclassicismo: le forme antiche rinascono in forme nuove seguendo, come è sempre successo, l’evoluzione tecnologica. Approfondimenti Regenerative Arts presentata all’Unesco Concettualità: l’opera come operazione concettuale alla radice dell’AI Automazione: Artisti e automatismi alla ricerca di sinergie