L’uomo e il Dio: una relazione profonda che si intreccia in mille forme, dalla notte dei tempi. Forme che corrispondono anche a immagini della divinità, realizzate con le tecniche espressive progressivamente introdotte dall’uomo: incisioni e pitture rupestri, totem e sculture, dipinti e cattedrali.
Esiste un momento chiave della rappresentazione della divinità, che coincide con l’avvento di una tecnologia cognitiva. Presso i semiti sul Sinai si afferma il Dio unico e invisibile dell’alfabeto, e da allora per le religioni del libro (Ebraismo, Cristianesimo, Islam) Dio parla all’uomo attraverso la Sacra Scrittura. In un certo senso, il Dio di Mosè “è” la scrittura stessa, coincide con la tecnologia della scrittura alfabetica. Infatti nel tempio di Gerusalemme era custodita la scrittura, non la statua di un dio.
Stiamo per affermare che una tecnologia cognitiva, quindi anche l’Intelligenza Artificiale, può generare nuove forme di divinità?
Materialismo e ateismo, oggi ampiamente diffusi, contestano l’esistenza di una entità divina: secondo Feuerbach e Marx, la religione può essere vista come un’alienazione dell’uomo, che proietta i suoi stessi attributi e bisogni su un Dio esterno, del tutto artificiale. L’idea marxista della religione come “Oppio dei popoli” condanna quindi l’assoggettamento delle masse alla legge divina, alla fede e alle organizzazioni religiose. In effetti sul Sinai il popolo semita inventa la tecnologia alfabetica, ma subito la trasforma in una legge divina (la Torah biblica) che per millenni condizionerà generazioni di fedeli.
Un altro ateo ebreo, Sigmund Freud, afferma: “Viene persino il sospetto che gli Israeliti del periodo antico, cioè gli scribi di Mosè, non fossero estranei alla scoperta del primo alfabeto.” Riferendosi sempre alle vicende dell’Esodo sul Sinai, Freud le fa corrispondere all’introduzione di una nuova forma di divinità, da lui comunque intesa come proiezione psicologica dell’uomo.
Non c’è dubbio che non solo la scrittura ma anche altri media successivi, compresi Internet e l’Intelligenza Artificiale, possano produrre forme di “dipendenza”, sia psicologica che morale.